Descrizione: |
Lo stregone assume la forma di qualsiasi essere vivente inferiore alla condizione di semidivinità (divinità maggiore o minore, un drago
"unico" ecc). Trasformandosi nella creatura prescelta, guadagnerà tutte le sue abilità eccetto quelle che dipendono dall'Intelligenza, le doti magiche innate
e la resistenza alla magia: la mente rimane infatti quella dello stregone. Potrà, ad esempio, trasformarsi in un grifone e volare lontano, poi mutare in un efreeti
per attraversare le fiamme, ed infine in un titano per sollevare un carro. |
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Queste creature avranno lo stesso numero di punti-ferita delo stregone al momento della trasformazione. Il passaggio tra una forma e l'altra si verifica in meno di un secondo e non
occorre una prova per lo shock corporeo.
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Esempio: uno stregone coinvolto in un combattimento assume la forma di un fuoco fatuo. Quando non gli occorre più, diventa un golem di pietra e si allontana. Se qualcuno lo insegue,
si tramuta in una pulce e si nasconde addosso ad un cavallo finché non avrà occasione di saltare giù e trasformarsi in un cespuglio. Se viene scoperto anche in questa
forma, può assumere quella di un drago, di una formica o di qualsiasi altro essere con cui abbia una certa dimestichezza.
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Uno stregone che adotta un'altra forma ne assume anche i punti deboli: se diviene uno spettro, ad esempio, sarà meno potente di giorno e potrà essere scacciato, controllato o
distrutto dai chierici nemici. A differenza di quanto succede in incantesimi analoghi, se lo stregone viene ucciso quando è trasormato non ritorna nella forma originaria. Certi tipi
di resurrezione saranno quindi impossibili.
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La componente materiale è un cerchietto di giada di valore non inferiore alle 5000 mo, che va in frantumi alla fine dell'incantesimo.
L'oggetto viene abbandonato all'inizio della trasormazione. Se si spezza prima della fine dell'incantesimo, la magia si interrompe.
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